(Fiume, 1937)
Vittorio D’Augusta è nato a Fiume nel 1937 e risiede a Rimini dal 1948. Esordisce in campo artistico negli anni Sessanta, unendo all’interesse per la pittura l’impegno culturale e politico tipico di quell’epoca. Nel decennio successivo approda ai movimenti europei della concettualità analitica. L’attività di questo periodo è documentata in Empirica, al Museo Castelvecchio di Verona (1975) e in Astratta: Secessioni astratte in Italia dal dopoguerra al 1990, a Palazzo Forti di Verona a cura di Giorgio Cortenova e Filiberto Menna (1990). Giovanni Maria Accame nel 1978 presenta una personale di D’Augusta a Firenze, presso la Galleria Piramide, con una riflessione al concetto di soglia di definibilità della pittura.
In questo ambito, in bilico tra pittura e spazialità sensibile, D’Augusta opera installazioni ambientali, esponendo in importanti rassegne tra cui: Le designazioni del senso, presso la Loggetta Lombardesca di Ravenna (1978); Metafisica del quotidiano, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna (1978); Pittura/Ambiente al Palazzo Reale di Milano (1979); Materiale delle Arti al Castello Sforzesco di Milano; Nuova immagine al Palazzo della Triennale di Milano (1980) a cura di Flavio Caroli. Con il gruppo dei “Nuovi Nuovi”, teorizzato da Renato Barilli espone in prestigiose sedi, come il Palazzo dell’Esposizioni a Roma, la Palazzina di Parco Massari a Ferrara, la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Torino.
È presente nel 1985 ad Anni Ottanta presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, ad Aspetti dell’Arte Italiana 1960/1980 (Francoforte, Berlino, Hannover, Bregenz, Vienna, 1986).
Nel 1992 Marisa Vescovo lo invita a Frequences Lumineuses alla Villette di Parigi. Partecipa alla Quadriennale di Roma nel 2000, su invito di Claudio Spadoni.
Ha allestito personali in numerose città, tra cui: Vienna, Milano, Firenze, Amburgo, Francoforte, Monaco, Costanza, Valencia, Bologna, Alessandria, Rimini; tra le ultime Il Giardino e la Guerra (Rimini, FAR, 2013) e Per vie diverse, (Cervia, Magazzini del Sale, 2016).
Nel 1995 la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna gli dedica una vasta personale con testo in catalogo di Dede Auregli, che testimonia una fase di ricerca con quadri di grandi dimensioni tra minimalismo e sensibilità lirica.
Tra le collettive recenti più importanti, Opera al Nero (Ancona, Mole Vanvitelliana, 2004) a cura di Marisa Vescovo, Nuove Acquisizioni (Ravenna, Museo della città, 2006) a cura di Claudio Spadoni, Elogio della Figura (Cesena, Palazzo del Ridotto, 2007) a cura di Marisa Zattini e Antonio Paolucci, Biennale del Disegno di Rimini (2016) e diverse edizioni di Selvatico a Cotignola e Fusignano, a cura di Massimiliano Fabbri (2016 e 2017).
Al centro dell’opera di D’Augusta è sempre la pittura, mai come tecnica tradizionale o da inseguire virtuosisticamente, ma strumento di ricerca e scommessa per testarne limiti di libertà, di trasgressione linguistica e coinvolgimento meditativo.
Dal 1979 ha insegnato presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, della quale è stato direttore per dieci anni. Attualmente è docente presso l’Accademia LABA di Rimini.
(MSM)
Bibliografia essenziale
Peter Weiermair, Vittorio D’Augusta, Allerheiligenpresse, 1981
Sabrina Foschini, Massimo Pulini, Il giardino e la guerra: Vittorio D’Augusta, Catalogo della mostra presso FAR di Rimini, GuaraldiLAB, 2014
Claudio Spadoni, Per vie diverse: Vittorio D’Augusta, Francesco Bocchini, Francesca Pasquali;Catalogo della mostra tenutasi ai Magazzini del Sale Torre a Cervia nel 2016
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