Imola, 1930 – 2013
Dopo avere partecipato attivamente, se pur giovanissimo, alla Resistenza, Raffaele Mondini si iscrive nel 1946 all’Istituto d’Arte per la Ceramica di Faenza e qui si diploma del 1951. Tra i vari insegnamenti privilegia quello tenuto dallo scultore Angelo Biancini di cui diverrà, per oltre trent’anni uno dei principali collaboratori realizzando schizzi, bozzetti e impostando opere anche di notevole dimensione che il Maestro, poi, si riservava di completare. Nel 1956 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna, corso di Scultura, dove conosce lo scultore faentino, ma residente a Roma, Ercole Drei che in quegli anni era anche direttore dell’Istituto.
Dal 1952 al 1959 (nel 1953 insegna a Lanciano) è docente di Scultura all’Istituto d’Arte di Chieti, dal 1959 al 1962 insegna all’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna e dal 1962 al 1978 tiene la cattedra di Scultura all’Istituto Statale d’Arte di Forlì.
Nel 1954 è secondo classificato al Concorso di Scultura di Savona, ottiene il Primo Premio dell’Accademia di San Luca per la grafica e viene selezionato al Premio Suzzara. Nel 1956 vince il concorso per la realizzazione dell’altorilievo “La guerra e la ricostruzione” collocato sulla facciata del palazzo de Genio Civile a L’Aquila e nel 1958 vince un concorso consimile, dallo stesso soggetto, per il palazzo del genio Civuile di Chieti (opera non realizzata).
Nel 1956 partecipa alla Biennale di Venezia con tre disegni. Nel 1958 esegue il “Monumento ai caduti di tutte le guerre” nel Parco della Resistenza di Cattolica e nel 1959 l’altorilievo “Le storie di Pinocchio” per la facciata della scuola media Campanella di Imola. Nel 1964 e nel 1966 partecipa alla Mostra del Bronzetto di Padova e nel 1974 alla Biennale Dantesca di Ravenna. Tra gli incarichi ricevuti si ricordano quelli per la realizzazione di una Via Crucis per il Seminario Regionale d’Abruzzo del 1959, di un monumento ai deportati civili per l’isola di Lipari da parte dell’ANPI (Associazione Nazionale Perseguitati Politici) ora in deposito presso il Museo della Resistenza di Imola e di una scultura, “Il figliol Prodigo”, per il Museo Interreligioso di Bertinoro.
Nel 1975 partecipa al concorso per una scultura da collocare sulla facciata del Liceo Scientifico di Cesena e da questa data cessa ogni personale partecipazione ai concorsi pubblici e a mostre preferendo dedicarsi unicamente all’attività didattica e alla collaborazione con giovani artisti.
Negli ultimi anni di vita Mondini ha tenuto una scuola privata di disegno, a cadenza settimanale, nel suo studio a Imola.
Nonostante la particolare devozione che lo ha tenuto legato a Angelo Biancini, una naturale ritrosia a far valere il proprio lavoro e una particolare disposizione a mimetizzarsi nei cataloghi di altri significativi artisti locali (non sono poche le opere, anche di grande dimensione, realizzate completamente da lui e firmate da altri), Mondini è stato, tuttavia, artista di solida formazione tecnica e ideale. Partita da presupposti neorealisti, la sua arte, via via, ha trovato originali soluzioni figurative che giungono alle soglie di una certa astrazione e che ancora attendono censimento e valorizzazione.
(f.b.)
(F.B.)
Bibliografia essenziale
Artisti Imolesi alle Biennali di Venezia
a cura di Giovanni asioli Martini, catalogo della mostra al Centro Polivalente Gianni Isola,
Imola 2010
Fondi
Pinacoteca Comunale, Forlì