Lugo, 1887 – Firenze, 1972
Orazio Toschi si forma alla Scuola d’Arte e Mestieri di Faenza, dove frequenta i protagonisti del “cenacolo baccariniano”, e all’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Dopo essere stato presente all’Esposizione di Faenza del 1908 inizia una carriera di insegnante che lo porta a soggiornare in diverse sedi: Maniago, Caltanissetta, la Carnia, Fermo, Arezzo e Pistoia. Si stabilisce definitivamente a Firenze nel 1937. I suoi inizi di carattere preraffaellita lo accomunano ai coetanei Giovanni Guerrini e Francesco Nonni mentre i suoi disegni risentono del simbolismo introdotto a Faenza da Domenico Baccarini. Anche Giuseppe Ugonia lo influenza decisamente in alcune opere. Il suo segno personale è poco compiaciuto, anche grezzo e scabro, e già fa presagire gli interessi mentali e largamente lirico-filosofici che caratterizzeranno le opere della maturità. Tiene una prima mostra personale a Roma nel 1918 e, tramite Francesco Balilla Pratella, viene invitato da Marinetti, che aveva intravisto nelle larvali opere realizzate fin dal 1916 potenziali coincidenze con il movimento da lui fondato, ad esporre alla Grande Mostra Futurista di Milano del 1919. Le sintesi operate da Toschi hanno però richiami più ascetici che dinamici e la vita moderna lo affascina ben poco. La sua breve avventura futurista, come tante altre, finisce ben presto. Negli anni Venti e Trenta, gli anni più interessanti della sua produzione, Toschi si dedica a una pittura che l’artista stesso definisce “lirico-musicale” in cui le forme naturali di riferimento vengono portate con dosi di particolare naïveté a immateriali sintesi di luce. Mario Ortolani a Faenza e Leonardo Castellani tra Cesena e Roma stavano anch’essi operando in questa direzione spiritualistica se pur con premesse e motivazioni diverse. In Toschi, un triste mondo di poveri e di reietti viene debolmente illuminato da luci ultraterrene che più che aprire ad una speranza mettono ancor più in risalto una fatica del vivere e stati di contrita disperazione.
(FB)
Bibliografia essenziale
AA.VV., Orazio Toschi 1887 – 1972
Lugo 1982
Orazio Toschi 1887 – 1972, a cura di C. Daddi Pistolesi con testi di G. Gentile, F. Gurrieri, O. Ghetti Baldi, L. Ostuni
Faenza 1996
Fondi
Palazzo Comunale, Lugo
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All’interno di una produzione pittorica altalenante tra estreme semplificazioni formali e persistenti verismi, La potatura è opera di grande equilibrio. Con riferimenti al magistero dell’amico Ugonia, Toschi passa da primi piani ben definiti a uno sfondo quasi indistinto in cui naturalità e artificialità si confondono, fin quasi a risolversi in una astrazione coloristica.