Scultore in qualche modo sperimentale per la varietà dei mezzi utilizzati (catrame, gesso, ceramica, cementite, alluminio, oro e argento), Ruggiero è, in fondo, consapevolmente ancorato a una tradizione moderna di stampo esistenzialista e in specie giacomettiana.
Memorie martoriate, negativi e positivi, assenze e presenze che, aggiungiamo, sembrano quasi alludere, forse inconsciamente, ai gessi ottenuti colmando i vuoti lasciati dai corpi combusti degli abitanti di Pompei, originalmente miscelati con la macchine anatomiche della Cappella Sansevero di Napoli.