Cesena, 1958
La carriera artistica di Massimo Pulini inizia nei primi anni Ottanta quando prende parte a mostre curate da critici come Maurizio Calvesi, Italo Tomassoni e Italo Mussa che sono all’origine di gruppi variamente definiti coma Anacronisti, Ipermanieristi o Pittura Colta. Abilità pittoriche di stampo tradizionale e attenzioni alla storia dell’arte creano un mix che ha un forte appeal in un mondo critico e artistico che sta riscoprendo mezzi espressivi ormai abbandonati e si sta incanalando verso un ritorno alla figurazione. La sua ricerca personale ha varie stagioni e si distingue anche per l’utilizzo di vari mezzi espressivi (dai più ai meno tradizionali), ma costanti rimangono i suoi interessi nei confronti della storia della pittura e della memoria. Numerose sono le sue partecipazioni a mostre collettive e tra quelle personali si segnalano quelle a Roma del 1989, al palazzo della Pilotta di Parma del 1999 e alla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea del Comune di San Gimignano del 2003. Tra i lavori di maggiore impegno dimensionale si citano la decorazione della volta di una delle stanze degli appartamenti papali in Vaticano (2002) e il velario del Teatro Bonci di Cesena. Attivo anche come critico e storico dell’arte, Pulini ha organizzato mostre soprattutto su maestri del Seicento e in particolare sul Guercino. Dopo avere insegnato in varie Accademie Italiane è docente di pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Attualmente è Assessore alla Cultura del Comune di Rimini.
(FB)
Bibliografia essenziale
Gallerie parallelea cura di I. Bergantini, catalogo della mostra antologica alla Galleria Romberg Arte Contemporanea di Roma
Roma 2005
Internorem
catalogo della mostra alla Galleria l’Ariete arte contemporanea di Bologna
Bologna 2007
Fondi
studio dell’artista, Montiano e Bologna
News
Nel complesso e multiforme mondo figurativo di Pulini l’opera Cuphea ignea (omaggio allo scomparso Angelo Fabbri) si distingue per l’abbandono di precisi riferimenti al mondo della storia dell’arte antica e per la singolare miscela di realismo e di impasti coloristici memori sia del fauvismo sia dell’espressionismo astratto.