Lugo, 1918 – Faenza, 2014
Nei primi anni Trenta Giuseppe Tampieri frequenta la Scuola di Disegno di Faenza sotto la guida di Roberto Sella e di Francesco Nonni. Nel 1936 espone per la prima volta alla Mostra Sindacale di Ravenna e nel 1937 si trasferisce a Firenze per frequentare i corsi di scultura dell’Istituto d’Arte dove conosce allievi come Farulli, Cammilli e Porcinai. Fuori dalla scuola frequenta il caffè Giubbe Rosse, il ceramista Guido Gambone, il pittore Hans-Joachim Staude e l’incisore Armando Nocentini. Nel 1941 torna a Faenza dove organizza manifestazioni culturali e, verso il finire della guerra, si impegna nel recupero di opere d’arte danneggiate dai bombardamenti. Espone localmente e nel 1948 è presente alla Biennale di Venezia con sculture. Nel 1949 espone opere pittoriche a Milano e alla Quadriennale di Roma. Nel 1950 inizia una collaborazione con la Galleria Cairola di Milano. Dal 1951 al 1982 risiede a Genova e compie vari viaggi in Spagna e in altri luoghi del Mediterraneo. A queste date i soggetti iconografici (paesaggi assolati e interni con figure femminili e maschili in simbolici, a volte erotici e conturbanti, atteggiamenti) e i modi della sua pittura (sempre elegante, raffinata e sorretta da una grande capacità disegnativa) sono ormai definiti e verranno solo leggermente affinati nel corso della sua lunga carriera. Tiene mostre personali a Genova, a Faenza (1975 e 1986), a San Marino (1980), ad Amburgo (1985), partecipa a numerosi concorsi e mostre collettive di pittura e di grafica e continua ad impegnarsi in campo scultoreo con opere anche di grandi dimensioni. Sedotto come un pittore nordico dal mito mediterraneo, Tampieri si raffigura spesso in compagnia di modelle discinte mettendo in netto contrasto la sua pensosa figura – dai toni accennati, scuri e cupi – con la sfolgorante e nitida bellezza delle figure femminili: quasi a voler sottolineare l’eternità di una bellezza ideale e l’inarrestabile degrado della vita umana. “Ars longa, vita brevis”.
(FB)
Bibliografia essenziale
Giuseppe Tampieri. Antologica 1936 – 1986
con testi di A. Corbara e E. Golfieri, catalogo della mostra nel Salone del Podestà a Faenza
Faenza 1986
Fondi
Pinacoteca Comunale, Faenza
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Nello studio, l’artista è una sorta di satrapo mediorientale dotato di poteri fuori dall’ordinario. Pur circondato da splendide figure femminili, il pittore è però cupo e triste perché vede sfuggirgli la bellezza ideale sempre inseguita.