(Meldola, 1947)
Nato da una famiglia di mezzadri, Giovanni Fabbri interrompe la carriera scolastica all’età di dodici anni e si trasferisce con la famiglia a Castiglione di Cervia dove aiuta i suoi a lavorare la terra. Nel 1960 intraprende un percorso musicale studiando clarinetto e sax tenore che continua fin verso il 1970 anche con esperienze orchestrali.
Nel 1978 si iscrive ai corsi liberi di decorazione dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e, successivamente, frequenta i corsi regolari di pittura e figura dal vero tenuti da Umberto Folli e Vittorio D’Augusta, di storia dell’arte con Claudio Spadoni, di linguaggi della comunicazione con Eugenio Miccini, di metodologia della critica con Martina Corgnati. Nel 1992 si diploma. Da questa data, intraprende, accanto all’attività di agricoltore, quella di pittore.
Nel 1992 conosce Achille Perilli e Piero Dorazio, con loro anche Carla Accardi, e matura interessi per una pittura astratto-concreta. Nel 1993, su invito di Dorazio, soggiorna a Londra. Nel 1994 tiene una mostra personale al Free Time Club di Cesena cui seguiranno quelle del 2000 all’Istituto di Cultura Casa Giorgio Cini di Ferrara, del 2001 nel Chiostro della Chiesa di San Francesco a Loro Piceno, del 2004 nel Palazzo del Ridotto di Cesena, del 2005 a Ca’ Cornera di Porto Viro, del 2009 e del 2012 ai Magazzini del Sale di Cervia, del 2011 a Ca’ La Ghironda di Zola Predosa. Numerose sono le mostre collettive cui ha partecipato con l’interesse di critici e artisti quali Claudio Spadoni, Sabina Ghinassi, Marisa Zattini, Enrico Lombardi, Achille Perilli, Osvaldo Piraccini e altri.
Nel tempo, il raffinato magistero coloristico del suo maestro Umberto Folli si è disciolto in Fabbri in opere di derivazione certamente informale in cui la materia, come ha scritto Claudio Spadoni, “rappresenta in fondo pur sempre la terra, una mater materia gremita di cose, calda di umori, o sfinita nella cinerea mestizia di un ricordo visionario di una giornata lontana”. Pittore in ogni modo figurativo, nonostante gli agganci con l’astrazione e l’Informale, Fabbri appare certamente come un degno erede di una tradizione “ultimo naturalista” di arcangeliana memoria ma, ancor più, come l’espressione di una sentita e personale dedizione a cogliere l’essenza di attimi vissuti, con nobile semplicità e serena umiltà, al diretto contatto con una terra non ostile e matrigna ma generosa fonte di vita e di bellezza.
(f.b.)
Bibliografia essenziale
Giovanni Fabbri, Figure e paesaggio, catalogo della mostra alla Galleria Comunale d’Arte di Cesena, a cura di Sabina Ghinassi e testi di C.M.Conti, F.Patruno, C.Spadoni, Cesena, 2005
Giovanni Fabbri, catalogo della mostra a Ca’ La Ghironda a Zola Predosa con testi di Achille Perilli, Giorgio Celli e Lucia Corrain, Campanotto Editore, 2011
Visioni della memoria. Giovanni Fabbri, a cura di Vittorio Spampinato con testi di Claudio Spadoni e Francesco Martani, Cesena, 2013
Fondi
Studio dell’artista, Castiglione di Cervia
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