Forlì, 1951
Dopo avere frequentato l’Istituto d’Arte di Forlì (in cui diventerà titolare della cattedra di Pittura) Daniele Masini si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove si diploma nel 1973.
Partecipa a varie rassegne d’arte e nel 1983 è presente a Expo–Arte di Bari e allestisce una mostra personale presso il Centro Arti Visive di Palazzo dei Diamanti a Ferrara, con presentazione di Franco Solmi. Su invito di Franco Farina partecipa alla rassegna “Cento anni di pittura emiliana” presso la galleria Nuovo Carpine di Roma. Franco Solmi lo segnala nel Catalogo dell’Arte Moderna Italiana edito da Giorgio Mondadori e cura la sua mostra del 1990 alle Sale Comunali Logge del Vasari ad Arezzo. Nel 1994 gli viene commissionata una lunetta di grandi dimensioni (metri 2,50 x 5.00) per la Chiesa di San Biagio a Forlì, dove è tuttora conservata. Nel 1996 la Galleria Il Vicolo di Cesena gli organizza una mostra antologica, tra Forlì e Cesena, con testi critici di Nicola Micieli.
Partecipa a numerose mostre collettive tra le quali si segnalano: “L’ebbrezza di Noè” alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” di San Gimignano del 2003; “Permutazioni visionarie” ai Magazzini del Sale di Cervia del 2005; “Il Diavolo e l’AcquaSanta” al Museo Archeologico Nazionale di Sarsina del 2008, a cura di Antonio Paolucci e Marisa Zattini; “90×90 Pensando a Tonino Guerra” all’Oratorio della Madonna della Misericordia a Pennabilli e ad “Anghelos”-Palazzo Ghini a Cesena del 2010; la collettiva in occasione del centenario della morte di Pellegrino Artusi a Forlimpopoli del 2011. Daniele Masini è anche impegnato in ambito critico e storiografico e dal 1999 collabora con la rivista “Graphie”.
I critici che si sono interessati al suo lavoro (Raffaele De Grada, Franco Solmi, Franco Farina, Nicola Micieli, Mario De Micheli e Janus, tra gli altri) non hanno mancato di cogliere le relazioni del suo lavoro con momenti dell’arte antica (dal Rinascimento al Barocco) e con vicende del Novecento. Cifra peculiare della pittura di Masini è una dimensione visionaria alla quale partecipano di volta in volta figurazione e astrazione. Le sue figure sono tormentate mutazioni o metamorfosi di esseri (spesso simbolici guerrieri) tra l’umano e il ferino a simbolo di una tragica condizione non solo contemporanea mentre nelle sue monocrome diluizioni della materia appare, caduti precisi riferimenti a una realtà se pur di origine metafisica o surrealista, una maggiore attenzione a forze primigenie dalla incommensurabile forza e potenza. In questa fluida viscosità delle materie, in genere di colore scuro o nero, si scorgono forme illuminate da momentanee luci: quasi una visione degli ultimi giorni dell’umanità o di albe epocali ugualmente indifferenti all’avventura umana. Tuttavia è proprio in queste ultime opere che lo sguardo di Masini sembra paradossalmente placarsi tra accettazione e meraviglia.
(F.B.)
Bibliografia essenziale
Daniele Masini,
con testo di Nicola Micieli,
catalogo della mostra alla Rocca di Ravaldino a Forlì,
Cesena 1996;
Daniele Masini,
con testo di Nicola Micieli,
catalogo della mostra al Palazzo del Ridotto, alla Galleria Comunale d’Arte, alla Pinacoteca Comunale e alla Galleria Il Vicolo di Cesena,
Cesena 1996;
100K Daniele Masini,
catalogo della mostra alla Galleria Luigi Michelacci di Meldola,
2016.
Fondi
studio dell’artista, Meldola
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