MALMERENDI GIOVANNI (GIANNETTO)

/, M/MALMERENDI GIOVANNI (GIANNETTO)

MALMERENDI GIOVANNI (GIANNETTO)

Faenza, 1893 – Cesena, 1968

Quasi ormai più noto per la sua partecipazione alle prime vicende del movimento futurista e per una originale vicenda ceramica condotta tra Faenza e Cesena, Giannetto Malmerendi è stato un outsider che ha coltivato nella appartata provincia romagnola una personale rivisitazione, in chiave fantastica, del reale. I suoi temi pittorici preferiti sono i paesaggi, i fiori, i frutti e gli animali a lui più vicini che traduce, a volte, con una pennellata asciutta e sicura e, a volte, con una diluizione tipica dell’acquarello. Al di là di una tecnica utilizzata con somma sapienza, Malmerendi introduce nei suoi lavori una peculiare capacità di scoprire anche nel dato sensibile più ordinario allusioni, evocazioni e fantasie grafiche. In questo continuo dialogo tra dati reali e sublimazioni grafiche consiste, forse, il suo contributo più originale al grande filone del realismo che in Romagna, anche grazie a lui, si è felicemente protratto fin oltre la seconda guerra mondiale. Malmerendi frequenta la Scuola d’Arti e Mestieri di Faenza e nel 1910 si iscrive al Regio Istituto di Belle Arti di Bologna dove conosce Giorgio Morandi e Osvaldo Licini. Già nel 1916 il suo periodo futurista può dirsi concluso e l’artista opta per un ritorno a quella pratica dell’arte appresa in gioventù. Nel 1915 partecipa alla mostra della “Secessione Romana” e inizia una attività di xilografo e nel campo delle arti applicate (ceramica, ferro battuto, ebanisteria, illustrazione del libro); nel 1919 inizia la sua collaborazione con la rivista “La Piè” diretta da Aldo Spallicci. Espone alle principali mostre del periodo tra le due guerre (Biennale Romana del 1921 e del 1923, Fiera Internazionale del Libro di Firenze del 1922 e del 1927, Mostra Internazionale di Arti Decorative di Monza 1923 e del 1925, Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia del 1924) oltre che a numerose manifestazioni locali. Tra gli anni Venti e Trenta realizza le sue opere pittoriche migliori e di maggiore impegno, anche dimensionale, improntate a una figurazione spesso di tipo quasi fotografico, immuni da ideologizzazioni novecentesche e, anzi, in alcuni casi, foriere di quella piena adesione al reale che caratterizzerà il neo-realismo del secondo dopoguerra. Dopo la guerra continua ad insegnare, a dipingere, a incidere su legno e a partecipare a mostre locali, nazionali e internazionali. Figura di rilievo nell’ambito della moderna figurazione romagnola, Giannetto Malmerendi è artista che attende ancora una più piena considerazione complessiva: sfrondata sia dalle ingombranti e mitografiche attenzioni prestate alla sua, pur di rilievo, breve stagione futurista sia da quel pudore critico che non ha mai voluto calarsi – in nome di altre, presunte, generali direttrici di marcia – nel vivo di una particolare e originale ricerca sul vero certamente fuori dagli schemi ma non per questo provinciale o marginale.

(F.B.)

Bibliografia essenziale

Giannetto Malmerendi (1893-1968). Pitture, disegni, xilografie, ceramiche e arte applicata
a cura di G. Di Genova
Cesena 1993

U. Giovannini, Giannetto Malmerendi. Dall’avanguardia alla visione epica. Le xilografie
Rimini 2006

Fondi

eredi Malmerendi, Ravenna e Pesaro

News

I tre grandi quadri Il ritorno dalla pesca, La pineta e Due magnifici spari, realizzati in successione tra il 1932 e il 1939, sono tra le migliori espressioni pittoriche di Malmerendi: fastose per sapienza pittorica e aderenti al reale in modo quasi oggettivo. Come su gigantesche lastre fotografiche Malmerendi fissa, con un unico scatto e con tempi di preparazione e di posa degni di un set cinematografico, visioni accuratamente composte e meticolosamente indagate fino al più piccolo dettaglio.

2021-01-22T10:53:50+00:00agosto 4th, 2015|Artisti, M|