Faenza, 1885 – 1976
Francesco Nonni è stato xilografo, litografo, disegnatore, pittore, plasticatore e autore di ceramiche ormai annoverate tra gli incunaboli dell’Art Déco europea. Formandosi alla Scuola di Arti e Mestieri di Faenza conosce i coetanei Domenico Rambelli, Ercole Drei, Giuseppe Ugonia e Giovanni Guerrini coi quali farà gruppo in nome del comune punto di riferimento artistico locale: Domenico Baccarini. Entrato giovanissimo nell’ebanisteria Casalini come apprendista intagliatore fa tesoro di questa pratica e si dedica alle tecniche xilografiche. Adolfo De Carolis e Aubrey Beardsley sono i suoi primi riferimenti in questo campo; riviste come “Il Leonardo” e “Emporium” lo pubblicano. Illustra anche vari libri. Partecipa, con xilografie, a varie mostre faentine, alla Mostra Internazionale di Belle Arti di Milano (1906), alla Biennale di Venezia (1907, 1910, 1912 e 1914), alla Quadriennale d’Arte di Torino (1908), a Cà Pesaro (1908) e alla Secessione romana del 1913. Nel 1910 si iscrive alla Scuola del Nudo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e dal 1915 insegna nella scuola faentina dove si è formato. Collabora con “Vita d’Arte”, con “L’Eroica” e con le edizioni “La Scolastica” di Mondadori. Dopo la guerra inizia la sua attività ceramica, soprattutto in collaborazione con Pietro Melandri e Anselmo Bucci che lo porterà all’affermazione del 1925 all’Exposition Internationale des Arts Décoratifs di Parigi. Dal 1924 al 1926 dirige la rivista “Xilografia” che ha risonanza internazionale. Francesco Nonni è un petit maitre solo perché non è mai uscito dalla provincia romagnola, pur avendo avuto l’opportunità, rifiutata, di insegnare xilografia all’Istituto d’Arte di Roma. Solo recentemente la sua multiforme attività ha ottenuto i dovuti riconoscimenti in attesa di una sua più degna collocazione nel panorama artistico italiano tra le due guerre. Raffinato esteta influenzato dalle correnti anglosassoni di fine Ottocento e di primo Novecento e immune da ogni compromissione con le tendenze italiane tra le due guerre e ancor più con l’arte di regime, Nonni (figlio degli ideali dell’Art Nouveau e del Déco) ha solitariamente sviluppato la visione di un mondo permeato da un’esteticità diffusa cui ha contribuito con la sua elegante, preziosa, raffinatissima e multiforme attività. Come pittore, Nonni ha avuto varie stagioni: da un certo post-impressionismo maturato anche durante i frequenti soggiorni parigini a un realismo lirico di arca depisisiana fino ad esiti più disimpegnati, soprattutto nel secondo dopoguerra.
(FB)
Bibliografia essenziale
M. Azzolini, Nonni
Bologna 1971
S. Dirani, Francesco Nonni
opera in tredici fascicoli
Faenza 2003-2011
Fondi
Pinacoteca Comunale, Faenza
News
Tedesche sulla spiaggia è opera rara, per tema e sintetica resa stilistica, nella produzione pittorica di Nonni. Forse memore della lezione dell’amico Rambelli, Nonni risolve le figure in volumi adagiati su un piano quasi astratto aggiungendo poche e calcolate note coloristiche frutto di una raffinata capacità orchestrativa ormai ampiamente sperimentata nel campo della grafica.