(Castel Bolognese 1881 – Milano 1931)
Giuseppe Guidi è stato pittore, acquafortista e rinnovatore della pittura a smalto su metallo molto apprezzato, soprattutto per questa sua ultima forma espressiva, da Gabriele D’Annunzio. Al Vittoriale di Gardone sono conservate ben 35 sue opere in rame smaltato.
Di modeste origini, Giuseppe Guidi abbandona ben presto gli studi e, nel 1902, anche la famiglia per soggiornare, svolgendo lavori occasionali e precari, prima a Trieste, città dalla quale verrà espulso per le sue manifeste simpatie anarchiche, e poi a Vienna, Budapest e Parigi. Nel 1908 si stabilisce a Milano dove frequenta i corsi serali d’arte a Brera assieme al ceramista faentino Pietro Melandri. Inizia a collaborare, come illustratore, per riviste come Per l’Arte e L’Eroica. Dal 1912 si dedica pienamente alla pittura e a studi di incisione (acquaforte). Nel 1916 e nel 1917 partecipa alla Esposizione Permanente di Brera. Dal 1918 si dedica anche all’arte degli smalti su rame di cui diverrà profondo conoscitore. Nel 1923 espone le acqueforti presso la Galleria La Vinciana di Milano e Adolfo Wildt presenta la sua personale alla Bottega dell’Arte di Livorno. Nel 1924 espone alla Galleria Pesaro 64 smalti su rame e Gabriele D’Annunzio acquista la Via Crucis che gli aveva commissionata. Nel 1925 partecipa all’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi e ottiene la Medaglia d’Oro. Nel 1926 è presente con alcune opere alla Prima Mostra del Novecento Italiano e inizia ad insegnare incisione all’Accademia di Belle Arti di Milano. Nel 1927 partecipa alla III Mostra Internazionale delle Arti Decorative di Monza e nel 1930 alla Biennale di Venezia. Questa notevole successione di affermazioni e successi si interrompe a causa della prematura morte.
Così Gian Carlo Bojani sulla sua opera: “(Giuseppe Guidi) tormentato incisore e raffinato esperto di smalti. La convergenza delle ideazioni nell’applicazione dei due diversi materiali (il segno tormentato), ma in più casi anche l’autonomia dei due generi (l’estrema semplificazione del segno e del colore degli smalti) quali nell’artista castellano si manifestano ad un esame analitico, ne fanno un protagonista da considerare seriamente nella ricomposizione di un panorama attendibile delle cosiddette “arti applicate”, e nella fattispecie in quelle del fuoco”.
Artista evidentemente influenzato dal panorama europeo delle arti decorative di primo Novecento, specie di marca mitteleuropea, Guidi ne ha protratto i destini ben oltre i limiti definiti dalla storiografia ufficiale coniugandoli con caute esasperazioni espressioniste e, ancor più, con una sorta di misticismo pauperistico, quasi francescano, che in qualche modo lo accomuna idealmente all’incisore Bruno da Osimo e al pittore e ceramista Rodolfo Ceccaroni.
(f.b.)
Bibliografia essenziale
Valentino Donati, Un artista nell’ombra. Giuseppe Guidi (1881-1931), castel bolognese, 1991
Valentino Donati, L’arte di Giuseppe Guidi (1881-1931). Rivalutazione di un artista, Imola, 1996
Fondi
Il Vittoriale, Gardone Riviera
News