(Bagnacavallo, 1896 – Bogliaco del Garda, 1976)
Vincenzo Morelli nasce a Bagnacavallo ma già adolescente, nel 1909, si trasferisce a Milano col padre, in seguito alla morte della madre. Qui frequenta contemporaneamente le scuole serali d’arte e la scuola del libro presso l’Umanitaria. Viene presto assunto dalla ditta Ricordi, in qualità di cartellonista, sotto la guida di Luciano Achille Mauzan. Trascorre sull’altopiano di Asiago gli anni del fronte e dal 1917 comincia a collaborare come illustratore con le riviste “Signor sì”. “La lettura”, “Il Secolo XX”, “L’Illustrazione italiana”. A fianco di questa produzione da illustratore, comincia già a praticare la pittura, in particolare nel genere del paesaggio, che contraddistinguerà gran parte della sua produzione.
Al 1926 risale la sua prima mostra personale a Milano, presso la Bottega di Poesia, Galleria d’arte di Emanuele Castelbarco e Walter Toscanini. Nello stesso anno partecipa con tre disegni alla prima Mostra del Novecento italiano di Margherita Sarfatti. Da questo momento l’artista sarà presente a molte e importanti esposizioni ed eventi culturali degli anni seguenti: Mostre Sindacali d’Arte a Perugia e Milano, seconda mostre del Novecento (1929), Biennale di Venezia (1928, 1936 e 1942, dove gli viene dedicata un’intera sala, e 1948); espone nel frattempo in mostre personali e collettive presso le principali gallerie milanesi: Galleria del Milione, Galleria Pesaro, Galleria Gian Ferrari, Galleria del Sagittario, Galleria dell’Annunciata.
Nel 1926 inizia, in seguito a vittoria di concorso, un ciclo di affreschi per la Sala della Conciliazione del Palazzo comunale di Assisi, dove si trasferisce fino al 1931; continua poi, soprattutto tra le due guerre, una intensa attività come pittore murale: cappella della Collegiata di San Michele a Bagnacavallo (1932-1933), affreschi per il salone e la cappella alla V Triennale di Milano (1933), aula della Cancelleria Generale presso il Palazzo di Giustizia di Milano (1939), chiesa del Villaggio Baracca in Libia (1939), affreschi per la Chiesa di Santa Maria Bambina a Milano (1952-1957).
A Milano, dove risiede stabilmente dal 1931 ad eccezione di brevi soggiorni in Romagna e sul lago di Garda, continua a collaborare come illustratore con riviste, tra le quali “L’Illustrazione italiana” e “L’Ambrosiano” e frequenta assiduamente il gruppo di artisti e intellettuali del cenacolo di Bagutta: Mario Sironi, Arturo Martini, Arturo Tosi, Pio Semeghini, Achille Funi, Orio Vergani, Riccardo Bacchelli.
Nel 1950 è tra gli artisti invitati dall’imprenditore Giuseppe Verzocchi a creare la raccolta sul tema del lavoro che ha preso il suo nome (Forlì, Collezioni del Novecento di Palazzo Romagnoli).
Morelli è pittore particolarmente sensibile nei paesaggi, dove è capace di infondere un senso costruttivo e sintetico dello spazio, affidato a colori decisi e contrastanti, ma non disgiunto da un lirismo primitivista e antirealistico.
Nel 1991 gli viene dedicata una grande mostra antologica alla Permanente di Milano.
Nel 1986 la vedova del pittore ha donato al Comune di Bagnacavallo un consistente fondo di dipinte e disegni dell’artista, oltre al suo archivio personale (epistolario, foto, documenti, biblioteca).
MSM
Bibliografia essenziale
Orlando Piraccini, Enzo Morelli. 1896 – 1976. Una collezione e un archivio d’arte, Grafis Edizioni, 1996
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