Faenza, 1940
Nel 1961 Alfiero Tavanti di diploma all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Faenza, dove ha avuto per insegnanti Carlo Zauli e Angelo Biancini, e assume la direzione del Laboratorio Artistico dell’Istituto d’Arte di Deruta. Verso la fine degli anni Cinquanta inizia a dipingere e frequenta l’ambiente artistico cesenate dominato da figure come A.Sughi, G.Cappelli e L.Caldari che lasceranno tracce del loro realismo esistenziale nel suo lavoro. Nel 1962 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove segue il corso di Scenografia, e partecipa a numerose mostre ottenendo premi e segnalazioni ad Ancona, al Premio Silvestro Lega di Modigliana, a Forlimpopoli, Casola Valsenio, Ravenna ed Alfonsine. Nel 1963 assume la direzione artistica dell’Istituto d’Arte di Avellino, viene premiato al Premio Campigna di Santa Sofia e a Ravenna. Nel 1964 ottiene la cattedra di Disegno nelle scuole medie, tiene una personale a Faenza ed è presente alla rassegna “Arte contemporanea in Emilia Romagna” allestita al Muso Civico di Bologna. Negli anni Sessanta e Settanta partecipa a mostre collettive non solo in ambito regionale e organizza personali a Ravenna (1964), Pomposa (1972), Torino (1972), Padova (1972), Lugo (1973), Massalombarda (1974), Bolzano (1976), Faenza (1977). Nel 1965 ottiene il Primo Premio, per giovani artisti, al Premio Città di Ferrara e nel 1969 alla Mostra Marguttiana di Macerata. La matrice figurativa della sua pittura, già segnata dalle influenze della scuola cesenate, appare rarefatta, frantumata in una allusività generatrice di immagini e di forme emblematicamente legate alla realtà.
Nel 1982 lascia l’insegnamento per dedicarsi esclusivamente alla pittura e negli anni Ottanta soggiorna in Grecia e a Parigi ed espone a Bassano del Grappa (1981), Imola (1981), Ravenna (1983), Forlì (1983) oltre che essere presente a manifestazioni artistiche a Basilea, Londra, New York, Madrid, Zurigo e Toronto.
Nella pubblicazione monografica a lui dedicata nel 1984, Giorgio Celli così descrive il suo lavoro: “tavanti dubita dell’occhio e il suo dubbio precipita sulla tela in coaguli allusivi, si deforma, e si allarga, nella macchia, nell’alluvione cromatica, in un caleidoscopio di figure riconoscibili e di relitti d’immagini. La lezione di “espressionismo-due”, tipo Sughi, per intenderci, o certo Vespignani, ma rivisitato per frammenti, e forse il remoto riflesso di Bacon, hanno messo in movimento tutto l’universo pittorico di Tavanti, che ha perduto il suo realismo per conquistare la dimensione del “veduto problematico”, o se volete “malato di pensiero”.
Tra le mostre più recenti si ricordano le personali a Ferrara (1990), Forlì (1993), Faenza (2006), Lugo (2015).
(FB)
Bibliografia esenziale
Alfiero Tavanti
Quaderni “Artisti italiani d’oggi” n.518, Edizioni d’arte Ghelfi, Verona s.d.
Tavanti/Pittore della memoria
con testo di G.Celli, Bologna 1984
Alfiero Tavanti. Rivelazioni
a cura di O.Piraccini, catalogo della mostra alla galleria Comunale d’Arte di Faenza, Faenza 2006
Tavanti. Atelier
con testo di C.Polgrossi, catalogo della mostra al Palazzo del Commercio di Lugo, 2015
Fondi
Opere: Studio dell’artista, Faenza