NERI CLAUDIO

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NERI CLAUDIO

Faenza, 1924 – Lugo, 2013

Nato a Faenza, Claudio Neri, all’età di soli nove anni, inizia a frequentare lo studio di Francesco Nonni e all’età dodici, età minima richiesta, si iscrive alla Scuola Comunale di Disegno diretta da Roberto Sella. Successivamente frequenta l’Accademia di Belle Arti di Ravenna dove Giulio Ferroni lo avvia alla pratica della pittura, disciplina che in seguito continuerà sotto la guida di Cafiero Tuti, anch’egli toscano. Segue anche con molto interesse i corsi di scultura tenuti da Umberto Pinzauti. All’inizio del 1943, poco tempo dopo avere terminato gli studi, viene chiamato alle armi e l’8 Settembre, al momento dell’armistizio, viene catturato dai tedeschi e deportato in un campo di prigionia in Germania dal quale farà ritorno nel 1945. Nel dopoguerra riprende a Faenza i contatti con gli ambienti artistici e intellettuali della città: stringe amicizia con Giuseppe Tampieri (il cui studio frequenta assiduamente) e con Mario Ortolani, Augusto Betti, Domenico Matteucci, Neo Massari e Gianna Boschi. Dal 1946 al 1954 è presente a varie mostre degli artisti faentini e in quelle ravennati con opere di carattere sociale e paesaggistico. Per alcuni periodi interrompe l’attività artistica sia per impegni famigliari sia per crisi di ripensamento. Nel 1954 si trasferisce a Milano dove, con l’amico Ugo Gieri intraprende una attività grafico-pubblicitaria. A Milano entra in contatto con il faentino Serafino Campi che lo aiuta a inserirsi in questo ambiente di lavoro. Nel 1956 ritorna a Faenza, pur continuando a mantenere rapporti con il capoluogo lombardo, e nel 1957 si trasferisce a Lugo. Qui, pur non riconoscendosi nella pittura naturalista e tardo impressionista dei pittori locali, tiene rapporti con Giulio Avveduti, Felice Baroni, Anto Ricci, Gino Croari ed Elsa Baccarini. Continuano i suoi rapporti con gli artisti faentini, anche con i più giovani, tra cui Pietro Lenzini. Nel 1964 diviene assistente di Ettore Bocchini, insegnante di Figura Artistica all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, cui subentrerà l’anno successivo: con incarichi annuali fino al 1974 e come titolare della stessa cattedra fino al 1983, anno del pensionamento.
Dopo iniziali interessi più prettamente figurativi, Neri evolve la sua pittura, a partire dalla fine degli anni Sessanta, verso soluzioni astratte e largamente informali in cui i dati del reale, quasi sempre larvatamente presenti, subiscono metamorfosi e trasmutazioni. Nel 1977, Ennio Golfieri nota che l’artista “ha conservato l’equilibrio formale e la sensibilità pittorica della scuola faentina aggiungendovi una maggiore spregiudicatezza e fantasia inventiva nella composizione” concludendo che “la sua tavolozza è una delle più raffinate della regione e quando raggiunge l’equilibrio fra astrazione formale e composizione cromatica il risultato artistico è notevole”. Notevole, ancora più oggi, appare il suo lavoro degli anni Settanta e Ottanta che se, da un lato, ha in qualche modo alimentato il ritorno alla figurazione della nuova generazione romagnola degli anni Ottanta dall’altro non ha mancato di far sentire la sua influenza anche nelle più recenti prove attente a misurare il confronto con il reale con la multiformità e le instabili conformazioni della cosiddetta “società liquida”.
Oltre ad aver partecipato a numerose mostre collettiva, Neri ha tenuto personali a Faenza nel 1961, nel 1987 (mostra antologica a cura di Franco Solmi) e nel 1995, a Ravenna nel 1968, a Lugo nel 1997.

(FB)

Bibliografia essenziale

 Claudio Neri, opere 1941 – 1992,catalogo della mostra a Palazzo Marini di Alfonsine,
Faenza 1977

 Claudio Neri, dis’INCANTI,a cura di A. Savini, catalogo della mostra alle Pescherie della Rocca e a Casa Rossini di Lugo,
Ravenna 2006

Fondi

Opere: Pinacoteca Civica, Lugo

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2021-01-22T11:02:09+00:00agosto 1st, 2015|Artisti, N|