Allestita la mostra “Il Cenacolo Artistico Forlivese” fino al 21 gennaio alla Galleria Farneti in via degli orgogliosi 7 a Forlì.
Curata da Benedetta Farneti e da Rachel Giroux, la rassegna presenta opere degli artisti che fecero parte del gruppo “Cenacolo Artistico Forlivese”. Sorto nel 1920, seppur di breve durata (solo otto anni), il Cenacolo fu significativo per le arti visive forlivesi. Era composto non solo da pittori e scultori, ma anche da studiosi, letterati, intellettuali che si riunivano nella sede, inaugurata il 25 novembre 1920, ubicata nel padiglione di destra della barriera ‘Cotogni’ (ora non più esistente), grazie all’appoggio dell’allora sindaco Giuseppe Gaudenzi. Il Cenacolo scelse come motto “Sub luce tua carpimus iter”, subito interpretato dallo scultore Bernardino Boifava in un bassorilievo collocato sopra l’ingresso, poi inciso da Francesco Olivucci per ornare la tessera e la carta intestata del Cenacolo.
Il Cenacolo Artistico Forlivese ebbe purtroppo breve vita perché i locali della barriera Cotogni, che ospitavano l’associazione, vennero demoliti nel 1928, visto che al loro posto dovevano essere costruiti i due palazzi progettati da Cesare Bazzani. Il Cenacolo esisteva idealmente fin da quando un gruppo di artisti si incontrava per parlare e discutere d’arte al Caffè Laghi. L’ideatore e fondatore del Cenacolo fu però il pittore Giovanni Marchini il quale, grazie alla sua forte vitalità, pensò che una città “refrattaria alle arti” come Forlì poteva essere coinvolta dall’entusiasmo dei giovani artisti per “aprirsi in orizzonti più vasti”. Su questa convinzione nacque il Cenacolo a cui aderirono, oltre ovviamente a Giovanni Marchini, Augusto Antonio Dirani, Maceo Casadei, Pietro Angelini, Nino Muratori, Emilio Bissi, Leonida Brunetti, Fanti, Pio Rossi, Francesco Olivucci, Luigi Galotti, Carlo Stanghellini, Bernardino Boifava, Umberto Zimelli, Renato Baldani, Ferdinando Rosetti, Tommaso Nediani, Orazio Spighi, Livio Carloni (pseudoni¬mo Luciano De Nardis). Maceo e Zimelli ebbero l’incarico di decorare la sede del Cenacolo per renderla più attraente. Tutti i componenti, uniti fra loro da fratellanza e affetto, seguivano ciascuno un proprio linguaggio artistico che, pur legato al realismo, era aperto anche a nuove soluzioni. Fu una novità, perché, come scrisse nel 1922 Guglielmo Cesare Albonetti (segretario del Cenacolo) nel settimana le forlivese “La Riviera Romagnola” a Forlì, “mai si era pensato di gettare le basi di una istituzione culturale od artistica che in un tempo fosse propugnatrice d’arte purissima e propagatrice di severi studi delle più disparate
dottrine e valorizzatrice di quelle forze locali tenutesi sempre nascoste”.
Orario di apertura: 10.00 – 12.30, 16.30- 19.00.
Dicembre chiuso giovedì e i giorni 24, 25, 26 e in gennaio chiuso il giovedì e la domenica.