Bagnacavallo, 1970
Lucia Baldini, con studi al Liceo Artistico di Ravenna e alle Accademie di Belle Arti di Ravenna e di Bologna, inizia la sua carriera artistica nel 1990 e si dedica, dal 1997, alla pittura di paesaggio. Aspetti più concettuali emergono, comunque, negli anni nel suo lavoro e sono testimoniati da opere in cui l’artista sovrappone alla finestra di un palazzo monumentale una moderna impannata in seta nera con un sintetico ricamo in filo bianco che allude al paesaggio circostante (2006), costringe frammenti di sfoglie di pasta all’uovo ad assumere tridimensionali fattezze umane, imprime immagini in bianco e nero e in formato ovale-funerario su foglie di calla (2012) o si dimostra interessata ad ipotesi installative (lastre di gesso spaccate dedicate al terremoto, 2007). Tentativi presentati a numerose manifestazioni artistiche locali (Rimini 2009, Castel Bolognese 2010, Cotignola 2012 e 2013) che hanno una loro giustificazione nella ricerca di corrispondenze tra uomo, natura e cosmo e in riflessioni sui loro comuni destini. Queste sperimentazioni sono, tuttavia, surclassate ampiamente da interessi più propriamente pittorici in cui Baldini, dialogando con le possibilità indotte dai mezzi fotografici, ha modo di dispiegare una originale visione di una piatta campagna (simbolo di destini terreni divisi da una netta linea di orizzonte da quelli celesti) non idealizzata ma ritratta con una precisione da kafkiano agrimensore. Cielo e terra sono colti in momenti nebbiosi, piovigginosi, crepuscolari o notturni suscitando sensazioni di virgiliana, classica, melanconia degna dei grandi paesisti seicenteschi o settecenteschi peregrinanti per il nostro paese ai tempi dei Grand Tour: ammaliati, stupiti, fortificati (i classicisti) o intristiti (i romantici) dalla nostalgia di tempi migliori. Quello di Baldini è, in realtà, un consapevole petit tour lungo le strade di una bassa Romagna contemporanea avidamente coltivata che nulla ha di sublime, di antico o di grandioso e che, filtrata da pellicolari strati successivi di quasi trasparenti colori che smussano gli infiniti urti visivi, viene dall’artista riproposta nella sua essenza di terra vuota, di desolata piattaforma dagli innumerevoli itinerari possibili e di simbolo, in fondo, dell’avventura umana.
(F.B.)
arte dal VERO. Aspetti della figurazione in Romagna dal 1900 a oggi
a cura di F. Bertoni, catalogo della mostra al Centro Polivalente Gianni Isola e al Museo di San Domenico di Imola
Imola 2014
Fondi
studio dell’artista, Traversara RA
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In Rosa e Azzurro sono compendiate le caratteristiche principali della pittura di Lucia Baldini: la divisione dell’aureo formato rettangolare in due zone sovrapposte (la terra e il cielo), lo sfumato che rende il paesaggio percepibile solo attraverso un esercizio di immaginazione, il dialogo-scontro con i mezzi di riproduzione fotografica e la particolare condizione atmosferica e temporale che accresce già pervasi sensi di mistero e di malinconia.